Le crisi sono sempre state considerate dai pubblici poteri come occasioni per allargare il proprio perimetro di azione, e così è accaduto durante gli ultimi due anni sfruttando la “opportunità” della CoViD-19, com’è stata definita dal leader del World Economic Forum, Klaus Schwab. Ora la pretesa crisi climatica è indicata come funzionale al superamento definitivo della prospettiva “sussidiaria” – in cui la crescita sociale ed economica è un processo che va dal basso verso l’alto – per imporre una pianificazione dall’altro, ovviamente “democratica”. La direzione intrapresa è quella di un nuovo corporativismo, nel segno dell’alleanza tra i pubblici poteri, nazionali e sovranazionali, e i grandi gruppi industriali e finanziari. Con il supporto dei media globali e di una “grande narrazione”, per citare ancora Schwab, che convinca i popoli che non si tratta di un’agenda tecnocratica, ma che tale “Reset”, accompagnato da elevati costi e sacrifici anche sul piano della libertà e della privacy, è necessario in vista di un nuovo mondo, sicuramente migliore. Una Nuova Politica Economica, insomma: Green is the new Red.
“Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”
Giovanni Paolo II