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“Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”

Giovanni Paolo II

Mentre storicamente il partito comunista era concentrato su tematiche di tipo socio-economico, nella prospettiva della lotta di classe e della dittatura del proletariato, con la svolta del 1991 di Occhetto, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, il PCI, poi PDS, poi DS inizia a mutare fino a divenire un “partito radicale di massa”, per usare la terminologia proposta nel 1994 da Giovanni Cantoni, alla scuola di Augusto del Noce. Il focus diventano i nuovi “diritti” individuali, nella prospettiva di una società che rifiuta il diritto naturale e promuove tutto ciò che lo contrasta: dall’aborto all’eutanasia, dalla liberalizzazione delle droghe alla propaganda LGBT, dalla limitazione della libertà di educazione e della libertà religiosa – e quindi della libertà tout court, allo statalismo economico. Nella confusione dominante il PD di Letta rappresenta, paradossalmente, un punto di chiarezza, la cui parabola declinante, dal “campo largo “ al “vicolo cieco” è un elemento di speranza. Abbiamo bisogno di spazi e tempi di libertà per ricostruire dal basso la società è una sconfitta elettorale del PD, seppur non sufficiente, sarebbe già un buon punto di partenza.

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