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“Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”

Giovanni Paolo II

Sembrava fatta, un passaggio solamente formale per “ratificare” una decisione fortemente voluta dalla Commissione Europea e già approvata dal Parlamento Europeo il 14 febbraio. In nome della mobilità sostenibile si voleva vietare, a partire dal 2035, l’immatricolazione di autoveicoli a combustione interna, anche se alimentati a Gpl o metano, biocarburanti o carburanti sintetici, autovetture ibride incluse. Invece di lasciare spazio a più tecnologie in competizione tra loro, secondo un’opportuna neutralità tecnologica, si voleva imporre politicamente un futuro full electric, mettendo fuori gioco tutte le altre alternative possibili. E invece, a sorpresa, la votazione prevista nel Consiglio dell’Unione Europea per martedì 7 marzo è stata rinviata dalla presidenza di turno svedese a data da destinarsi, per evitare una bocciatura annunciata. Mancava infatti la prevista maggioranza qualificata, almeno il 55% degli Stati membri che rappresentino il 65% della popolazione europea, a causa dell’opposizione della Germania – che si era già espressa in modo critico sulla volontà europea di mettere fuori gioco anche gli eco-carburanti –, oltre che di Bulgaria, Polonia e Italia. Il voto contrario dell’Italia, in discontinuità con l’impostazione del precedente governo Draghi, è stato decisivo per bloccare all’ultimo il provvedimento. Felicemente.
Per approfondire: https://alleanzacattolica.org/troppa-fretta/

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