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“Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”

Giovanni Paolo II

È stata molto criticata la decisione del Ministro dell’Agricultura, Francesco Lollobrigida, di vietare l’importazione in Italia della cosiddetta “carne coltivata”, ovvero della carne prodotta in laboratorio. È vero che il provvedimento al momento non ha effetto perché l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, non ne ha ancora autorizzato il commercio, ma ci sono pochi dubbi che l’autorizzazione arriverà. Negli USA l’FDA, la Food and Drug Administration, l’ha già approvata. Siamo di fronte a un progetto di rieducazione di interi popoli, partendo dalle premesse dell’ecologismo catastrofista, che ci sta già costando molto caro in termini di benessere economico: non bastava adattare auto, combustibili e abitazioni, ora si fa la guerra anche alla tavola con insetti, larve e cibo Frankenstein. Un progetto folle, che va contrastato certamente e innanzitutto sul piano culturale, ma essendo un’iniziativa politica credo vada contrastata anche a quel livello. Se vivessimo in un mondo normale tali divieti sarebbero superflui, purtroppo non è così.
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