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“Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”

Giovanni Paolo II

Il neo-segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, non perde tempo per accelerare con l’agenda del partito radicale di massa, per imporre quei nuovi diritti così cari alla sinistra woke e liberal. La sua strategia sembra quella di “avviare dei processi”, in modo da abituare l’opinione pubblica, un po’ per volta. Così sta accadendo con la proposta di introdurre nel nostro ordinamento la cosiddetta “maternità surrogata”, meglio conosciuta come “utero in affitto”, ma in genere denominata con l’espressione più suadente di “gestazione per terzi” o “gestazione solidale”, termini sicuramente più inclusivi. Come ben documentato dai cataloghi disponibili in rete, con dei prezzari modulati per Paese e qualità del servizio, dietro la maternità surrogata c’è sicuramente un commercio lucroso, con lo sfruttamento, anche se consensuale, della donna che vende gli ovuli o che porta avanti la gestazione per conto terzi, e che rinuncia contrattualmente a qualsiasi relazione futura col frutto del proprio grembo […] Anche se salta all’occhio l’aspetto economico, che rende tale pratica ancora più ripugnante, non è però questo il punto sostanziale. Il mercimonio soggiacente alla maternità surrogata è un aspetto solamente accidentale, anche se probabilmente sempre presente, e costituisce quindi solo un aggravante.
Il vulnus consiste specificamente nel fatto che il bambino viene concepito, e selezionato in modo eugenetico, al di fuori dell’ordine naturale, che prevede la presenza di un padre e di una madre: non si può separare il momento unitivo dal momento procreativo, lo aveva già insegnato S.S. Papa Paolo VI nel lontano 1968, agli inizi della rivoluzione culturale, nella lettera enciclica Humanae vitae. Un tempo si diceva “mater semper certa”, ora invece di madri lo sfortunato bambino potrebbe averne anche tre o quattro: la donna che vende l’ovulo, la donna che porta avanti la gestazione, la donna committente e, nel caso di due lesbiche, anche due committenti. Troppe, e nessuna: neppure il Re Salomone, con tutta la sua sapienza, avrebbe saputo sbrogliare una matassa così intricata.

Per approfondire, cfr:
https://alleanzacattolica.org/il-brave-new-world-di-elly-schlein/

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